Essere diversi in un mondo omogeneo: La storia di Francesco e la sua lotta per l’autenticità.

Il protagonista della storia di oggi è Francesco.

Un falegname sardo di 47 anni con una storia di dolore e sfide, ma anche di determinazione e speranza.

Francesco, come molti di noi, ha affrontato momenti difficili nella sua vita.

Una frattura al polso quando aveva 13 anni. Un’operazione chirurgica di ernia inguinale a 19. E un mal di schiena iniziato a 21. Il quale, in una prima fase non lo preoccupava più di tanto.

Poiché, riusciva a superarlo con relativa facilità.

Tuttavia, i problemi iniziarono successivamente. Esattamente 9 anni dopo. Dove una serie di circostanze si sono accumulate le une sulle altre come la goccia che fa traboccare il vaso.

Una separazione con la ex moglie.

Un’attività lavorativa andata male.

Il mercato del lavoro che è cambiato.

E che a causa dell’avvento delle grosse aziende ha costretto Francesco ad iniziare a svendere il suo lavoro da artista del legno.

Ecco che stiamo parlando di tutta un’insieme di cose che Francesco ha vissuto come una forma di lutto interiore.

Dunque e a questo punto, a causa della sommatoria degli eventi in ambito lavorativo, di salute e relazionale ha creduto che non ci fosse più via d’uscita.

Poiché tutto ciò che per lui era fonte di certezza, quelle che per lui erano le fondamenta della sua intera esistenza sono crollate come le Torri Gemelle del famoso 11 Settembre del 2001.

E che tu ci creda o meno, lui, che era sempre stato una persona solare, positiva e propositiva, è diventato tutto l’opposto.

Per quale motivo?

Il sottovalutare i segnali del corpo come il mal di schiena.

Il non effettuare degli approcci che potessero aiutarlo a “resettare” lo sforzo costante dovuto ai lavori pesanti svolti col padre sin da piccolo, sono stati nel tempo come una goccia che scava la roccia.

Ora, mi rendo conto che probabilmente tu che leggi non vedi il nesso con il momento in cui la famosa goccia ha fatto traboccare il vaso.

Ma ragioniamoci un attimo insieme.

Nessuno probabilmente avrebbe potuto impedire la separazione con la moglie, ne tantomeno la società che è andata male.

Figuriamoci se fosse stato prevedibile l’avvento di internet e delle grandi aziende che rubano grosse fette di mercato.

Tuttavia la questione è un’altra.

Pensaci un attimo.

Se anziché ignorare i segnali del suo corpo giornalmente sempre più insistenti.

Se si fosse rivolto per tempo ad un professionista della Salute di corpo e mente che lo avrebbe aiutato a “compensare” e a “resettare” gli sforzi sulla sua schiena dovuti ai carichi pesanti…

…pensi che avrebbe affrontato allo stesso modo le questioni personali e lavorative?

Credo che tu possa essere d’accordo con me nell’affermare che se sei dolorante non sei pienamente lucido.

E più il dolore incalza più potresti avere il timore di bloccarti da un momento all’altro.

Ti muoveresti con estrema cautela ed attenzione e non avere lo spazio mentale necessario, ne la chiarezza indispensabile per affrontare le difficoltà.

Quindi non possiamo sapere con effettiva certezza se in una condizione di Salute fisica migliore la separazione ci sarebbe stata comunque e se la sua attività lavorativa avrebbe avuto lo stesso e nefasto epilogo.

Tuttavia la colpa non è di Francesco.

Francesco, come molti di noi, è stato vittima di un sistema che spesso mette in secondo piano la Salute individuale in favore di soluzioni rapide e superficiali.

Come l’utilizzo di farmaci per tamponare.

O rimedi tipo pomate o integratori che servono a ben poco nel caso specifico.

Purtroppo viviamo in un mondo in cui siamo bombardati da informazioni, pubblicità e consigli spesso contraddittori e per questo motivo è facile sentirsi persi e confusi.

Inoltre, il sistema sanitario, che avrebbe dovuto essere il suo rifugio, spesso gli ha offerto soluzioni focalizzate sui sintomi piuttosto che sulle vere cause dei suoi problemi.

“È la scoliosi”, gli dicevano, senza cercare di comprendere come e perché il suo corpo stesse reagendo in quel modo.

Senza chiedergli se fosse in tensione per qualche altro motivo dovuto alla sua Vita personale e professionale.

Come se fossimo un frigorifero. Un numero tra i tanti.

Ed è ovvio che in questo modo le Persone vengono portate completamente fuori strada.

E come se non bastasse il sistema sanitario, la società stessa.

Con pressioni e aspettative, ha giocato un ruolo.

L’avvento delle grandi aziende e la trasformazione del mercato del lavoro hanno messo Francesco, come molti artigiani, in una posizione di svantaggio, costringendolo a svendere il suo talento e la sua passione.

Questa sensazione di essere schiacciato dalle forze esterne, di non avere controllo sulla propria vita, è qualcosa che molti di noi possono comprendere.

Ecco la cruda realtà: viviamo in un mondo che spesso ci induce a ignorare i nostri bisogni più profondi, a mettere da parte il nostro benessere in favore della sopravvivenza contro colossi aziendali, la concorrenza, le persone che ci odiano e/o remano contro.

Ma come Francesco sta imparando, è possibile affrontare questa influenza tossica e prendersi cura di sé diventando consapevoli di quanto sono importanti le nostre abitudini e di come diventare più forti sia fisicamente che mentalmente cosi da affrontare la realtà odierna.

Difendere il nostro posto di lavoro. I nostri cari. Ed essere in grado di dominare il nostro mercato di riferimento.

Smettendo ora di lasciarci andare e riappropriandoci della Salute che in qualche modo “la Vita” ci ha tolto. Magari a causa dei ritmi frenetici vissuti in passato e indotti dal sistema che ci circonda.

Ma c’è di più.

Perché è altrettanto facile cadere nella trappola di attribuire la colpa a noi stessi per ogni piccolo errore o deviazione dal percorso “giusto”.

La realtà è che molti di noi, sono influenzati da un contesto molto più grande.

Quello in cui viviamo e che ci spinge a fare scelte che, in retrospettiva, potrebbero sembrare non solo sbagliate, ma anche autolesioniste.

La pressione di conformarsi, di adattarsi, di non deludere gli altri, può portare a decisioni che, in un mondo ideale, non avremmo mai preso.

Francesco, nella sua ricerca di risposte e sollievo, potrebbe aver fatto scelte che ora rimpiange.

Ma chi può biasimarlo?

In quella realtà attuale in cui spesso sembra non ci sia spazio per chi è diverso dalla maggior parte è facile sentirsi spinti in un angolo.

E sì, Francesco ora riconosce quei momenti, quei gesti che avrebbe voluto non fare mai.

Ma la colpa è di quel contesto, quel mondo che spesso ci fa sentire come se fossimo in guerra con noi stessi. Come se fossimo sbagliati. Soli.

Un mondo che ci dice di “essere tutti uguali” quando tutto ciò di cui abbiamo bisogno invece è un luogo e qualcuno con cui poter essere veramente noi stessi.

Ma la consapevolezza è il primo passo verso la Vita che meritiamo.

Riconoscere quei momenti, quei gesti, e capire che sono stati influenzati da forze esterne, permette a Francesco, e a tutti noi, di iniziare il processo di perdonare noi stessi e di cercare un modo migliore, più autentico, di vivere.

In ogni storia di lotta e di dolore, c’è sempre un momento di svolta, un’opportunità per aggiustare il tiro e fare meglio.

Per Francesco, come per molti di noi, il riscatto e la libertà non si trovano nel rimpianto o nell’auto-colpevolizzazione, ma nell’azione, nella trasformazione e nello spingerci oltre.

Dunque per iniziare, è essenziale riconoscere il passato.

Sì, Francesco ha fatto scelte che ora rimpiange, ma non può cambiare il passato.

Ciò che può fare, però, è imparare da esso.

Ogni errore, ogni decisione sbagliata, ogni momento di debolezza può diventare una lezione preziosa, un trampolino di lancio verso un futuro migliore.

Poi, è il momento di trovare chi è come noi. Chi ci comprende davvero.

Francesco lo ha già fatto contattandomi.

Anche se la vera trasformazione avviene quando si è disposti a mettersi in gioco, a fare il lavoro necessario per cambiare.

A tal punto da prendere un’aereo da Milano per venire a trovarmi.

E ancora, come ho già accennato è essenziale circondarsi di persone che sostengono e comprendono la tua lotta.

La compagna di Francesco, per esempio.

Una mia fan che ha permesso a Francesco di conoscere il sistema #aschienadritta, è un esempio perfetto di come avere alleati nel tuo percorso possa fare una grande differenza.

Trovare una community, un gruppo di pari o anche solo un amico fidato con cui condividere i tuoi progressi è forse il più potente catalizzatore per il cambiamento.

In conclusione, il riscatto di Francesco non si trova nel rimpianto, ma nell’azione.

Con la giusta guida, il sostegno e la determinazione, sta trasformando la sua storia.

Dalla disperazione e la paura di non riuscire a muovere le gambe, alla speranza, crescita e rinascita.

E tu, che sei arrivato a leggere fin qui, puoi fare lo stesso.

Non importa quali sfide tu stia affrontando, c’è sempre una via d’uscita, sempre un modo per ritrovare la propria libertà e seguire il percorso verso una vita migliore.

Ricorda: Ignorare i segnali del tuo corpo è come vedere il fumo in casa e non fare nulla, sperando che l’incendio si spenga da solo.

Alla tua Salute

Andrea Bertino


Ecco la testimonianza della compagna di Francesco il giorno dopo il nostro primo incontro.


Questo invece, il prima e dopo la prima seduta.


P.S. Se invece vuoi saperne di più o fissare un appuntamento per una consulenza scrivi a info@andreabertino.eu

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